Ginevra: Ruins (EP)

Viaggio (ad occhi chiusi e a cuore aperto) attraverso l’EP di debutto della carismatica artista torinese.

Classe 1993, nata a Torino ma stabilmente a Milano dal 2012, Ginevra Lubrano è al contempo l’intimità e l’eleganza tipiche della città sabauda e la vivida curiosità di una metropoli ricca di possibilità.
Questo contrasto si esprime in modo netto nella sua musica. Il suono di Ginevra è semplice, fatto di pianoforte e sorretto da digital beats il cui scopo non è quello di dare ritmo ai suoi pezzi ma piuttosto quello di amplificare l’osmosi tra strumenti e voce.

Ruins è il titolo del suo EP d’esordio: uscito lo scorso 15 Marzo per l’etichetta indipendente Factory Flaws e prodotto da Francesco Fugazza, co-produttore anche di Dimentica, con cui Mahmood aveva guadagnato un posto tra i finalisti delle Nuove Proposte nell’edizione 2016 del Festival di Sanremo.

Il primo singolo estratto dall’EP è Forest, pezzo che sintetizza l’emozione da cui prende forma l’intero EP: il bisogno di ricostruire la fiducia nell’amore. Un bisogno primario per Ginevra (e non solo).


Nella prima parte della traccia quattro strofe identiche si ripetono appoggiandosi una sull’altra e formano una insistente e insaziabile richiesta d’amore (I found love but I was sick / The other day / Can you bring another piece of it, my love?). L’atmosfera eterea è accentuata da tastiere le cui note sono protratte a lungo; la voce di Ginevra è anch’essa uno strumento: si amalgama perfettamente con gli altri, quasi si perde tra gli altri fino a rendere la richiesta d’amore tanto insistente quanto vana.

E’ nella seconda parte della traccia che il cuore si fa più sentire. L’elettronica lascia il posto all’acustica; una chitarra introduce dolcemente la voce di Ginevra, ora più fragile e intima e anche il testo esce dal loop della richiesta d’amore meccanica e scopre tutta la disillusione di cui un cuore infranto è capace (You come and then you leave / Like seasons in my heart / I don’t believe in love / Anymore Anymore Anymore).

Secondo estratto di Ruins è Lips: è qui che la fusione tra eleganza austera e vivida curiosità si esprimono al meglio. E’ qui che i suoni elettronici si mescolano perfettamente con quelli classici.
E’ qui che capiamo di essere davanti ad una promessa che possiamo aiutare a realizzarsi: ascoltando e sentendo.

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